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LA VITTORIA DI MONSIGNOR WILLIAMSON
di Bruno Volpe

Fonte: http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/
esteri/10702-la-vittoria-di-monsignor-williamson

      Dello stesso autore abbiamo pubblicatoaltri articoli ottimi e condivisibili, in questo non condividiamo la manifesta cura di non apparire pro Mons. Williamson: gl'innocenti vanno sempre difesi, anche se ciò può disturbare i detentori di un certo potere. Noi che questi timori non li abbiamo mai avuti, abbiamo già manifestato la nostra totale solidarietà a Mons. Williamson, e continuiamo a farlo anche in questa circostanza e commentando questo articolo.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono gen
eralmente della Redazione

      Una corte della Germania (proprio di Norimberga, ironia del destino) ha assolto Monsignor Williamson, il contestato vescovo della Fraternità San Pio X, venuto alla ribalta per le sue esternazioni negazioniste. (1)
       Accogliendo un'eccezione procedurale della sua difesa, il vescovo ha visto l'annullamento della sentenza che lo aveva condannato.
 
(1) Quello di Norimberga è un tribunale insostenibile: un tribunale che si arroga il diritto di giudicare cittadini sui quali non si ha alcuna giurisdizione, un tribunale dei vincitori che giudica i vinti delle guerre e gli scomodi in tempo di pace.
       Certamente trattandosi di vizio di forma, la Pubblica Accusa potrà riproporre, una volta formatosi il giudicato, la medesima azione penale, ma intanto Williamson se la ride e di gusto. (2)
 
(2) Non crediamo proprio che Mons. Willianson se la rida o abbia voglia di ridere: per l'innocente, anche il semplice andare sotto processo è un'ingiustizia ed una pesante sofferenza, e chi soffre l'ingiustizia di un processo e di una gogna mediatica, non ride.
       Veniamo nel merito. Williamson era ed è accusato di negazionismo relativamente alla shoah ebraica ed alle camere a gas. (3)
 
(3) È facile accusare di un qualunque delitto una persona, però sarebbe onesto farlo fondando l'accusa su fatti, e non su fantasie di comodo.
        Pontifex non condivide una sola riga delle valutazioni dell'imprudente vescovo, tuttavia, trattandosi di opinioni da storico (sia pur dilettante) non sono censurabili. (4)

 
(4) E noi non condividiamo affatto il giudizio di Pontifex né la qualifica di imprudente né quella di storico dilettante:
Mons. non si è mai presentato come storico e non vediamo in che consista la sua imprudenza: tutt'al più bisognerebbe parlare della cattiveria altrui che ha voluto sentire quello che Mons. non ha detto, tirandpo conclusioni assurde e di comodo.
Mons. non ha negato un bel niente, ha detto semplicemente: stando a quel che ho letto, non credo che si possa parlare di olocausto nella misura (con le cifre) comunemente presentata né di camere a gas come comunemente descritte, MA SE MI FORNITE VALIDI DOCUMENTI SON DISPOSTO A CREDERLO: in altri termini, se il fatto me lo documenti, lo credo, diversamente consentimi di averne un'idea diversa. NON SAREBBE STATO PIÙ ONESTO, PIÙ BELLO E PIÙ CORRETTO, INVECE CHE FARE UN PROCESSO, MANDARGLI UNO STRACCIO DI DOCUMENTO?
Infine vorremmo che qualcuno ci spiegasse perché si può negare l'esistenza di Dio,
ma non quella della shoah! È per servilismo o per stupidità?
       La valutazione e l'esame dell'olocausto ebraico, infatti, fanno parte di un filone della storia moderna ancora sotto la lente di ingrandimento degli storici...(5) e come tale è del tutto sottoponibile a valutazioni ed a tesi anche impopolari.
 
(5) E di qualche cinepresa interessata... Diciamo pure che tanti filmati realizzati... con tutti i trucchi che la cinematografia consente, vengono assurdamente presentati come documenti!
       In più, Williamson parlò non nella qualità di vescovo, bensì appunto come studioso di storia. (6)
 
(6) Non crediamo che Mons., rispondendo all'insidiosa domanda, prima abbia precisato di parlare come storico e non come Vescovo, anche perché gli accusatori con la loro norimberga non fanno distinzione e non ammettono eccezioni: gli accusatori vogliono la condanna di chiunque, vescovo o storico che sia.
       Chi pensa di censurare o mettere a tacere lo sviluppo del pensiero (sia pure non condivisibile) sbaglia. (7)
 
(7) Giustissimo, e che dire di un tribunale che censura e mette a tacere il pensiero?
       Le idee non possono essere censurate, salvo che si faccia un'apologia di reato. E Williamson non disse: sono felice della morte degli ebrei (8), ma espresse sue tesi sulla natura del fenomeno e sulle modalità.
 
(8) E nessuno di noi lo dice: sarebbe da barbari e, soprattutto, da non-cristiani. Noi, seguendo l'insegnamento di Cristo, amiamo il prossimo, anche gli ebrei, e detestiamo la violenza.
        Sarebbe molto bello ricordare che esiste una specie di negazionismo o riduzionismo al rovescio, quello di chi tende a dimenticare le morti causate da Stalin, dalla dittatura sovietica, le stragi degli armeni, le morti di palestinesi ed i lager di Gaza.

Bruno Volpe

   
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